Ogni goccia d’acqua che forma una nube ha una carica elettrica: immaginate, cioè, che trattenuta dall’aria che le impedisce di cadere, si gonfi di energia contraria alla energia che la costringe all’immobilità. Quando questa ha raggiunto valori tali da doversi ad ogni costo scaricare, lo fa nel modo terribile che sapete. Dapprima esplode nella nube stessa, quindi si scarica a terra.
La scarica, attraversando varie masse di gas, li brucia e si manifesta ai nostri occhi nel vivido bagliore della folgore. La conflagrazione, infine, provoca un crudo riscaldamento dell’aria che, espandendosi repentinamente, raggiunge i nostri orecchi sotto forma di onda sonora; cosicché noi udiamo un cupo brontolio se il fulmine è caduto lontano e un secco schianto se è caduto abbastanza vicino.