Ormai è per noi un gesto abituale, quando scende la sera, quello di schiacciare l’interruttore per accendere la luce. Ma quel silenzioso clic che in un battibaleno illumina la nostra stanza, che con una leggera pressione noi provochiamo senza farci eccessivo caso, quali misteriosi meccanismi mette in moto?
Tutto ciò è dovuto alla corrente elettrica, una forma di energia che gli uomini sfruttano per molti usi. Dalla centrale elettrica, grandiosi meccanismi chiamati generatori, inviano costantemente grandi quantità d’energia elettrica alle città ed ogni abitazione, grazie ad appositi impianti, ne può disporre abbondantemente.
Passando attraverso dei contatori che servono per misurare la quantità d’energia erogata nella casa, la corrente elettrica raggiunge, correndo sempre lungo fili metallici, gli interruttori. Qui giunta, se gli interruttori sono staccati, si ferma perché non può passare oltre. Non appena ne schiacciamo uno, mettiamo in contatto i fili metallici carichi d’energia con altri fili che portano ai lampadari. La corrente passa e, velocissima, raggiunge le lampade.
La lampadina è un bulbo di vetro nel quale si scorge un filamento metallico che, raggiunto dalla corrente elettrica, diventa incandescente ed emette luce. L’energia elettrica si è dunque trasformata in energia termica, in calore, e in energia luminosa. Il filamento della lampada, fatto di un minerale capace di resistere a molto calore senza fondere, ed aiutato in ciò dal fatto che il bulbo di vetro che lo contiene è privo di aria, diventa rosso, mantiene nel tempo questa incandescenza ed emette una luce più o meno potente e viva.