Quando la risata è irrefrenabile, le arterie si dilatano, la frequenza cardiaca raggiunge i 120 battiti al minuto e l’aria esce dalla bocca a 100 km orari. A questo punto, spesso gli occhi di chi si sta sbellicando cominciano a lacrimare: le risate istintive sono infatti innescate dal talamo, la zona del nostro cervello che “governa” le emozioni e quindi anche il pianto.
Secondo i fisiologi, una risata di gusto crea una sorta di corto circuito nervoso che finisce per stimolare i nervi che di solito si attivano nel caso di un forte dolore o di un’emozione intensa (come quelle generate, per esempio, da immagini commuoventi in un film).
Analizzando il contenuto delle lacrime versate dopo una “sghignazzata” o a causa di un dispiacere, infatti, si è scoperto che in entrambi i casi contenevano un’alta dose di endorfine (sostanze “calmanti” che danno un effetto piacevole), una prova che il meccanismo fisiologico alla base della loro produzione è molto simile.