Il nostro cervello, alla nascita, ha già grandissime potenzialità: il suo sviluppo dipende da come lo stimoliamo e da cosa ci mettiamo dentro. Questo vale principalmente quando si è piccoli, ma anche durante tutta l’adolescenza. Gli stimoli e gli apprendimenti sono tanti, in questo periodo, in famiglia, a scuola, nel rapporto con i coetanei, nelle cose lette e nelle esperienze fatte. In tutto questo insieme di esperienze, la musica può avere un ruolo fondamentale.
Suonare uno strumento, può arricchire i circuiti cerebrali. Per testare queste affermazioni, la North Western University di Chicago, ha valutato due gruppi di ragazzi, dei quali metà suonava uno strumento. Il gruppo di ricercatori diretti da Nina Kraus ha studiato soggetti di diverse età, che avevano imparato la musica da piccoli oppure che non l’avevano mai imparata. Ebbene registrando le reazioni cerebrali a vari suoni si è visto che le persone con un esperienza musicale precoce, anche se poi abbandonata in anni successivi, mostravano risposte molto più chiare e definite di chi invece non aveva alcuna esperienza. Come se la musica avesse stimolato il cervello nella fase di maturazione, durante l’infanzia, a stabilire connessioni molto più efficaci per elaborare i suoni in arrivo dal mondo esterno.
A quanto pare, la risposta di chi ha studiato musica non è in generale migliore o più forte, ma più selettiva, cioè in grado di estrarre in modo più efficace il significato dai suoni, in breve di discriminare fra suoni importanti e rumore di fondo. Inoltre, la ricerca ha evidenziato che l’esperienza musicale migliori la capacità cerebrale di elaborare le parole e di comunicare in generale. “Chi studia musica” spiega un esperto, “ha una memoria sonora in grado di richiamare e riconoscere con sicurezza suoni, timbri o le più varie melodie o armonie”. Da una ricerca più approfondita, si è evidenziato che nelle persone che hanno studiato musica e suonato almeno da giovani, in media, il deteriorarsi dell’udito è meno pronunciato, proprio perché si parte da una capacità molto più alta di selezionare e discriminare i suoni importanti dal rumore di fondo. Insomma, qualsiasi attività che impegni il cervello, specialmente nella sua fase di maturazione, probabilmente ne migliora le funzioni. Come stanno dimostrando questi studi la musica con la sua complessità che richiede memoria, percezione uditiva, capacità motorie, immaginazione è una delle attività più adatte a sviluppare le potenzialità cerebrali. Ed oltre tutto è anche un divertimento e un piacere, specialmente se fatta con gli altri, suonando insieme!