Spesso per comprendere il significato di un’espressione in una lingua moderna occorre guardare alle lingue da cui deriva. Questo è esattamente uno di quei casi: perché si usa questa espressione “pompa funebre” e a cosa ci si riferisce esattamente?
L’italiano deve la sua forma attuale principalmente a due lingue antiche: il greco e il latino.
Se studiamo l’etimologia della parola italiana “pompa” notiamo che deriva dal sostantivo greco “pompè” che esprime l’azione di mandare, accompagnare, trasportare. Nell’uso letterario la parola significa “accompagnamento” o “scorta”. Anche se all’inizio la parola non aveva un significato religioso, in seguito inizierà ad essere usata per parlare di processioni in onore degli dei, una specie di corteo in cui i simulacri delle divinità venivano accompagnati dalle folle nei loro spostamenti.
Nel latino antico, invece, l’espressione tra le altre cose viene usata per indicare il corteo formato dal banditore, cioè colui che invitava le persone alla cerimonia funebre e dal suonatore di flauto che accompagnava il rito e da altre persone che ricordavano la vita del defunto. Si trattava di un vero e proprio accompagnamento della persona defunta e così è passato ai nostri giorni a indicare il complesso delle esequie funebri che caratterizzano i moderni funerali.
Da questa accezione del termine pompa, come cerimonia, viene l’espressione pompe funebri che nel linguaggio comune designa l’impresa che si occupa della sua organizzazione, ovvero l’impresa di onoranze funebri anche se in realtà sarebbe più corretto utilizzare l’espressione per riferirsi alla cerimonia di addio al defunto, ovvero il funerale che precede la tumulazione, l’inumazione o la cremazione della salma.
Il termine è stato anche utilizzato per designare manifestazioni particolarmente sfarzose da cui derivano alcune espressione come “entrare in pompa magna” o “pomposo”, riferito spesso all’abbigliamento o agli arredi particolarmente sontuosi per esaltare la propria posizione sociale.